Organizzata dai Musei Civici Veneziani in collaborazione con il British Council e prodotta con Venezia Musei, la mostra è curata da William Feaver e presenta circa novanta opere del grande artista inglese di origine tedesca, alcune delle quali realizzate per l’occasione. Tra esse celebri capolavori e opere inedite. Catalogo Electa

A cinquant’anni dalla prima mostra a Venezia, la fama di Lucian Freud è cresciuta esponenzialmente: la mostra del Correr presenta nuove opere che l’ottantaduenne artista sta realizzando per l’occasione, che costituiranno la sezione conclusiva, oltre ai capolavori che costituirono il punto di forza della grande retrospettiva del 2002 alla Tate, assieme a una serie di altre, finora mai esposte al pubblico.

La mostra propone quindi circa 90 opere (settantacinque dipinti e 15 incisioni provenienti da collezioni europee e americane - tra cui il celebre ritratto della Regina d’Inghilterra, prestato per la prima volta dalle Collezioni Reali- che tratteggiano oltre cinquant’anni di sviluppo di un intenso percorso artistico, lungo il quale le direzioni si sono modificate, le attitudini sono maturate, i sentimenti sono cambiati, mantenendo un costante motivo d’ispirazione, e cioè l’indagine sull’unicità dell’individuo e sul particolare. Nell’enfatizzazione di ciò che potremmo chiamare prossimità appassionata essa inoltre differisce sostanzialmente dalla mostra della Tate.

Gli artisti a lui più prossimi, da Graham Sutherland a Francis Bacon, decenni fa, fino a Frank Auerbach nell’ultimo trentennio, l’hanno influenzato in termini di attitudine ma non di stile o approccio. Come Bacon, Freud ha sempre inteso andar oltre l’apparenza, ma a differenza di Bacon egli lo fa concentrandosi sulla specificità. Le opere di Freud rappresentano infatti la sua stessa vita “Tutto è autobiografico e qualunque cosa è un ritratto” ha detto. Il soggetto - sia esso amico o conoscente, figlia o nipote, amante o collega pittore come Bacon e Hockney, o la regina d’Inghilterra o lui stesso- diventa unicamente opera di Freud.

In questo contesto, l’insieme del percorso è caratterizzato, tra l’altro, da una straordinaria varietà, per significati, soggetti, misure, spaziando da lavori di piccolo formato ma grandiosi, ad altri di notevoli dimensioni ma di carattere intimo, selezionati in modo da rappresentare il meglio di Freud e dimostrare più acutamente la sua tensione verso la percezione delle cose, evitando qualunque tipo di simbolismo: “nessuna sensazione va esclusa” ha detto.

E infatti il potere enorme d’attrazione della sua arte è dato non solo dal fatto di essere così sorprendentemente diretta, ma dalla capacità di commuovere. Priva di sentimentalismo e di pretenziosità, mostra noi e il nostro mondo con toccante franchezza e candore.

Nipote di Sigmund, Lucian Freud è stato sempre in qualche modo associato all’idea di una capacità d’introspezione psicologica trasmessa geneticamente. In realtà egli è un artista interessato prevalentemente alle possibilità espressive della pittura, anche facendo riferimento a maestri del passato– da Tiziano, Rembrandt, Hals, a Velazquez, Watteau , Cezanne- non tanto per imitarli ma per porsi in relazione con loro in termini attuali. La tenace attenzione dedicata a qualunque cosa, dal mondo vegetale alla museruola di un cane, da un copriletto spiegazzato ai quarti posteriori di un cavallo, lo rende un unicum tra gli artisti contemporanei, capace di tramandare senza compromessi, con profonda onestà, lo scorrere della vita , così com’è.

www.museiciviciveneziani.it

A bi-lingual (English/Italian) catalogue, with an essay by William Feaver and biographical and bibliographical information, was published by Electa. ISBN 88 370 3608 6